
Rosolia: che cos’è e da cosa è causata
La rosolia rappresenta senz’altro un virus piuttosto comune che colpisce tantissime persone al giorno d’oggi. Si tratta di una malattia contagiosa che però non è pericolosa e che si può curare in breve tempo.
Il contagio avviene attraverso le goccioline respiratorie che vengono propagate nell’aria da chi ne è affetto oppure attraverso il diretto contatto con le secrezioni nasali. Solitamente però la rosolia non possiede dei sintomi facilmente riconoscibili ed è per tale ragione che la maggior parte delle volte essa è completamente ignorata dai pazienti che ne sono affetti. Circa la metà dei pazienti malati di rosolia non presenta alcun tipo di sintomo mentre l’altra metà si manifestano eruzioni cutanee, macchie di colore rosa su tutto il corpo, mal di testa, febbre leggera, dolori articolari, occhi irritati e arrossati e qualche gonfiore. Solamente nei casi più rari tale malattia può portare a delle complicazioni più gravi come ad esempio l’otite o l’encefalite.
Rosolia in gravidanza: che cosa potrebbe succedere
Sebbene la rosolia non preoccupi i pazienti che ne sono affetti poiché tende a scomparire in breve tempo, quando si contrae in gravidanza bisogna stare molto attenti perché ci potrebbe essere dei danni piuttosto gravi. Innanzitutto a contrarre la rosolia sono le donne che non sono state mai contagiate dal virus e che non hanno subito alcun vaccino.
In questi casi bisogna procedere cautamente poiché il feto potrebbe subire dei danni molto gravi soprattutto se la malattie si manifesta prima delle sedici settimane di gestazione. Tra le conseguenze più gravi ci sono senz’altro l’aborto spontaneo, la morte intrauterina e la nascita di alcune malformazioni congenite che possono interessare diversi organi come ad esempio gli occhi, le orecchie, il cuore e il sistema nervoso. Nel caso in cui invece la rosolia dovesse essere contratta dopo le sedici settimane di gravidanza i danni sono meno pericolosi ma bisogna comunque fare attenzione.
Rosolia in gravidanza. che cosa fare
Le donne che sono già state affette dal virus della rosolia e sono incinte possono stare tranquille poiché esso si manifesta soltanto una volta per non ritornare mai più. Chi invece non sa se ha effettuato il vaccino oppure no può sempre fare il rubeo-test che consiste in un semplicissimo prelievo del sangue che conferma se si è immuni alla malattia.
Pertanto se si vuole programmare una gravidanza, prima del concepimento è consigliabile effettuare il vaccino contro la rosolia nel caso in cui tale test dovesse risultare negativo. Chi invece è già incinta ma non ha fatto il vaccino per evitare il virus dovrà attuare le dovute precauzioni soprattutto nelle prime settimane di gestazione (dalle sedici fino alle venti settimane). Parlando con il proprio ginecologo di fiducia infatti potrebbe essere necessaria l’assunzione di prodotti che possano aumentare le difese immunitarie e diminuire la possibilità di contrarre il virus della rosolia.