Diastasi addominale tutto ciò che c’è da sapere e come muoversi se interessate all’intervento chirurgico

0
2123

I problemi dovuti al parto non sono pochi e non sono infrequenti, e la sanità negli ultimi anni ha preso molto a cuore i disturbi dovuti ad esso, cercando di curare e prevenire i disturbi che ne possono conseguire.

 

Il periodo di gestazione è tra i più belli ma anche tra i più faticosi per una donna, che molto spesso ne porta le conseguenze dovuti a disturbi post parto.

 

Queste problematiche sono dovute in particolar modo all’età della gestante. Un problema che ha trovato grande riscontro tra molte donne in questi anni è quello della diastasi addominale.

 

La diastasi addominale è un problema che si verifica nelle donne soprattutto in periodo di gravidanza. Questo problema che fino ad oggi era parzialmente ignorato e sottovalutato, oggi si presenta come un aspetto importante per ogni donna.

 

Questo disturbo si presenta solitamente dopo il parto e generalmente si risolve da solo in poco tempo, ma può capitare che in alcuni soggetto si protragga per un periodo superiore dopo il parto, e se supera i 12 mesi è consigliabile rivolgersi ad un medico per trovare una soluzione adeguata.

 

Ma in cosa consiste esattamente questo disturbo?

Che cos’è la diastasi addominale

La diastasi addominale consiste nella divisione longitudinale del retto dell’addome, cioè un’allontanamento eccessivo delle due parti del muscolo principale causato da un’eccessiva pressione di questa zona dovuta alla fase di crescita della pancia. Le due parti si allontanano dalla linea mediana dell’addome creando una sorta di buco.

 

Questa zona è costituita da tessuto connettivo molto resistente che difficilmente si rompe, ma può sfilacciarsi e non tornare più alle condizioni normali o tornarci con difficoltà.

 

L’appiattimento dell’addome avviene solitamente con naturalezza entro i primi cinque mesi dal parto, ma se questo non avviene e rimane un buco di almeno due centimetri tra la parte destra e quella sinistra dell’addome, allora si può parlare di diastasi addominale.

Problematiche dovute alla diastasi addominale

La diastasi può diventare una vera e propria malattia se non curata in tempo. Per chi non soffre di particolari problemi di stomaco o lombalgie, la diastasi non crea particolari problematiche e ci si può convivere tranquillamente, mentre in caso contrario i disturbi sono vari e piuttosto gravosi.

 

Possono insorgere dolori alla schiena e instabilità della colonna vertebrale, schiena debole e impossibilità a sollevare pesi. Dolori alle anche, al bacino, incontinenza, nausea, senso di pesantezza al pavimento pelvico, difficoltà a digerire e respirare, sono tutte cause che conseguono al trascuramento di questa malattia.

 

Diventa perfino pericolo qualsiasi tipo di trauma allo stomaco se la diastasi addominale supera i 5-6 centimetri di larghezza.

Cosa scatena la diastasi addominale

Non si sa ancora bene da cosa sia dovuta la diastasi addominale, ma sono stati individuati dei fattori di rischio dovuti principalmente all’età, al peso del feto e al parto gemellare. Le gestanti con un età superiore ai 35 anni sono i soggetti più a rischio di diastasi.

 

Vi è quindi anche un rischio dovuto all’eccessiva attività fisica, soprattutto nell’ultimo trimestre. I i tendini dei muscoli addominali subiscono un continuo allungamento e rilassamento, che provoca uno sforzo eccessivo per la parete addominale.

 

Capire se si soffre di diastasi addominale

Come ci si accorge invece della presenza di diastasi addominale?
La pancia gonfia è certamente il primo campanello d’allarme, soprattutto se persiste anche dopo cinque o sei mesi dal parto e ci si accorge di avere l’ombellico sporgente. Sopraggiunge inoltre una sorta di cresta, che va dallo sterno fino all’ombellico, ed è ben visibile quando si è sdraiati a terra con la schiena verso il pavimento, eseguendo un classico crunch con le ginocchia flesse.

 

Si può anche provare a mettere due dita tra le due fasce del muscolo retto, se sprofondano visibilmente allora si è in presenza di diastasi.
Ma per una maggior sicurezza sulla diagnosi è sempre buona norma consultre un medico.

 

Curare la diastasi addominale

Come si può quindi risolvere questo problema?
Esistono diverse terapie per la cura della diastasi addominale. In alcuni casi è possibile eseguire semplicemente alcuni esercizi specifici che consentono di ripristinare la fascia addominale e tornare ad una situazione normale, sotto la guida di un fisioterapista esperto.

 

In casi più gravi, quelli dove il buco è più marcato, è invece necessario un intervento chirugico, unica soluzione in grado di ripristinare in maniera definitiva la separazione tra e due fasce del muscolo.

Un intervento di chirurigia plastica consentirà di ricostruire la parete addominale. Attraverso un’incisione che viene effettuata in una zona sopra il pube, il medico esegue l’operazione di ricostruzione che chiude la diastasi. Addominoplastica è il nome che prende questo tipo di operazione.

 

 

Molti chirurghi privati effettuano questo tipo di operazioni, ma se non avete intenzione di spendere tanto e non avete fretta, ci sono molte regioni che offrono questo tipo di servizio gratuitamente, sovvenzionate dal Sistema Sanitario Nazionale.

 

I tempi di attesa possono variare da qualche mese a qualche anno, in base alla lista d’attesa, e se la regione in cui vivete non aderisce all’iniziativa, potete spostarvi in un’altra senza problemi.

E tu cosa ne Pensi? Lascia un Commento!

Please enter your comment!
Please enter your name here