
L’intolleranza al lattosio è l’impossibilità o la difficoltà dell’organismo a digerire il lattosio (il principale zucchero del latte) scindendolo nelle sue due componenti (glucosio e galattosio). L’enzima preposto alla digestione del lattosio si chiama “lattasi”, e nei soggetti intolleranti è carente o manca del tutto.
L’intolleranza al lattosio può comparire a qualsiasi età.
L’allergia al lattosio invece si presenta soprattutto nei bambini con età inferiore ai tre anni, con una frequenza del 2-3%. È dovuta a una reazione immunitaria alle proteine del latte (e non al lattosio) e si manifesta, solitamente, nel passaggio dal latte materno al latte vaccino. Nella maggior parte dei casi, l’allergia dimostra una remissione completa entro il terzo anno di vita;
I sintomi dovuti all’intolleranza al lattosio compaiono di norma da 30 minuti a 2 ore dopo l’ingestione e possono includere:
- gonfiore e tensione addominale
- diarrea
- nausea
- flatulenza e meteorismo
- Feci maleodoranti che tendono a galleggiare.
L’entità dei sintomi dipende dalla quantità di lattosio assunta e dalla tollerabilità individuale.
Come si fa per scoprire se il bambino è intollerante al lattosio?
Il Breath test all’idrogeno è il test che si esegue per verificare l’intolleranza al lattosio
Si tratta di un test non invasivo e piuttosto specifico che si basa sull’evidenza che, se uno zucchero non viene assorbito a livello dell’intestino tenue, viene fermentato dalla flora intestinale con la formazione di grosse quantità di idrogeno, che in parte viene assorbito nel colon e in parte viene eliminato con la respirazione.
Se quindi si somministra lattosio ad un soggetto intollerante e si esegue il breath test sarà possibile rilevare una quota di idrogeno nel respiro esalato superiore rispetto a quella riscontrata prima della somministrazione, che serve quindi da termine di paragone.
Il test richiede di norma 2-3 ore di tempo per essere portato a termine ed è semplicemente necessario somministrare per via orale una soluzione di lattosio.
Altre alternative diagnostiche sono rappresentate dalla biopsia duodenale, che è però un esame invasivo, e da due diversi esami del sangue:
- in un caso ci si limita a evidenziare un’eventuale predisposizione genetica,
- mentre nel secondo si procede a diversi prelievi a seguito di somministrazione orale di lattosio (in confronto al breath test è quindi più invasivo e meno pratico).
È infine disponibile, ma poco usato (salvo per esempio nei neonati), un test che misura l’acidità delle feci, che potrebbe essere aumentata dalla presenza di di acido lattico formatosi a partire dal lattosio non digerito.
Nel caso in cui risulti l’intolleranza al lattosio l’unica soluzione è eliminare il lattosio dall’alimentazione del bambino, anche se sarebbe bene iniziare gradualmente riducendo prima le quantità di cibi a più alto contenuto di lattosio come latte e formaggi freschi, per passare poi ai formaggi stagionati, e in casi estremi ad alcuni pani o dolci da forno, cereali e salumi, in cui la lettura della composizione degli alimenti diventa fondamentale.
E’ importante essere a conoscenza di tutti gli ingredienti contenuti quando si consumano cibi confezionati poichè spesso il lattosio è presente anche in alimenti dei quali non ci si aspetterebbe la sua presenza come insaccati, caramelle, ghiaccioli, miscele polverizzate, prodotti da forno,carni, surgelati e molti altri ancora. Per questo motivo è sempre bene leggere gli ingredienti dei prodotti acquistati per l dieta del bambino intollerante al lattosio.
Ovviamente quando l’intolleranza è lieve non succede niente se talvolta il bambino assume qualcosa in cui dentro vi è il lattosio.