Vaccini meningite: le cosa da sapere

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Ci troviamo in un’epoca di grande cambiamento che, tra i tanti, ha visto coinvolto anche il tema inerente ai vaccini. Nel mondo politico e comune vi è uno spartiacque netto tra chi li difende con le unghie e con i denti e chi invece si batte per affermare il proprio diritto di scelta.

Senza entrare nel merito di questi dibattiti, proviamo a vedere insieme di cosa si tratta e tutto quello che c’è da sapere al riguardo, ponendo lo sguardo specifico sulla vaccinazione contro la meningite, una malattia che si credeva fosse sparita ma su cui gli ultimi casi di cronaca hanno ripuntato i riflettori.

 

Ma facciamo prima un passo indietro. Innanzitutto, un vaccino altro non è che un modo diverso per dire prevenzione. Si tratta, infatti, di una tecnica utilizzata per attenuare il rischio che si sviluppino forme gravi di malattie batteriche e virali potenzialmente dannose e/o letali.

 

Nella pratica consiste nell’iniettare, a scopo di immunoprofilassi, una sostanza in grado di attivare la memoria immunologica, la quale permette all’organismo di creare una sorta di sistema difensivo preventivamente, ovvero senza contatto con l’agente patogeno.

 

E nello specifico, cos’è la meningite? Si tratta di una condizione critica, in cui le membrane che ricoprono cervello e midollo spinale si infiammano a causa di infezioni o, raramente, per via di malattie come la mononucleosi o il vaiolo; o, ancora, a causa di un processo irritativo (esempio, farmaci o a seguito di metastasi).

 

Ne esistono poi diverse forme, a seconda della causa che la determina. La più diffusa ma di gravità minore è la meningite virale (detta anche asettica). Essa infatti si manifesta come una banale influenza e non determina problematiche gravi.

 

Maggiormente severa, con possibili esiti anche mortali è invece la forma batterica, fortunatamente non frequente. I principali responsabili di questa grave forma della malattia sono il meningococco, lo pneumococco e l’influenza di tipo b.

 

Infine, frequente in quei soggetti con un sistema immunitario particolarmente debole è la meningite causata da miceti, la quale può avere complicazioni molto dannose e pericolose per la vita del soggetto.

 

Per quanto riguarda i sintomi invece, essi dipendono dalla gravità della malattia. Tuttavia, i più diffusi sono febbre, emicrania e rigidezza della nuca. Se però la malattia non viene riconosciuta e trattata tempestivamente, essa può determinare anche assopimento, caos e disorientamento, vomito, irritazione e fastidio agli occhi dovuto alla luce, contrazioni muscolari e movimenti involontari, non consapevoli.

A seguito di questa panoramica, è bene essere consapevoli che attualmente il vaccino rappresenta la forma migliore di intervento, al fine di evitare decorsi severi di questa malattia potenzialmente mortale.

Quali vaccini e per chi

I vaccini presenti oggi sono quelli contro la meningite batterica, che abbiamo visto essere la più diffusa e pericolosa. Vediamo quindi quali sono:

– emofilo B, compreso nel vaccino esavalente e somministrato al terzo mese (cui seguono successivi richiami)
– pneumococco: somministrabile già nei primi mesi di vita
– meningococco: C, somministrato tra i 13 e i 15 mesi di vita; B, somministrabile già a 2 mesi di vita; e tetravalente (A, C, Y, W135), indicato per adolescenti e per chi viaggia in zone in cui è diffusa l’infezione.

Il vaccino viene somministrato attraverso un’iniezione intramuscolare e in genere sono necessari diversi richiami (ovvero più dosi) affinché sia garantita una protezione ottimale.

 

Esso è particolarmente indicato per i bambini nella prima infanzia, i giovani tra i 15 e i 18 anni e gli adulti tra i 24 e i 25 anni, anche se di fatto può essere eseguito a qualunque età. Inoltre, vi sono ulteriori condizioni in cui è bene ricorrere a tale vaccino. Ad esempio, in caso di patologie come anemie, diabete o problemi ai reni; oppure in caso di epidemie o in situazioni specifiche in cui vi è maggior rischio che sia presente la malattia, come asili nidi, discoteche, comunità educative ecc.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Naturalmente, come tutte le pratiche sanitarie non sono esenti da raccomandazioni o effetti spiacevoli. Innanzitutto, è bene sapere che in caso di febbre o precedente ipersensibilità severa ai principi attivi non è raccomandato sottoporsi al vaccino.

 

Per quanto riguarda invece gli effetti collaterali i più comuni sono dolore e gonfiore leggeri nella zona di somministrazione. Più raramente può presentarsi febbre, mal di testa, sonnolenza e malessere.

 

In particolare nei bambini possono esserci anche vomito, diarrea e inappetenza e, di rado, convulsioni o reazioni allergiche. Nel complesso però il vaccino è ben tollerato e sicuro, seppur non gode di una protezione totale (100%). Tuttavia, rappresenta la migliore condizione preventiva per attenuarne l’intensità in caso di contrazione dell’infezione, anche se l’immunità tende a calare nel lungo periodo, quindi sono necessarie successive dosi, distanziate di 10 anni.

Costi

Per quanto riguarda infine i costi, quasi tutti i vaccini sono offerti gratuitamente dal SNS nei casi in cui si ritiene sia raccomandato (prima infanzia, adolescenza, prima età adulta). Nei casi particolari, la questione economica è di competenza regionale, ed è richiesta prenotazione con ricetta medica. In linea di massima, il vaccino per la meningite di tipo B ha un prezzo di circa 300 euro per entrambe le dosi necessarie; mentre il costo per il vaccino contro il meningococco di tipo C si aggira intorno ai 70 euro.

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