Nativi digitali: chi sono e perchè non ostacolarli

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I nativi digitali, come suggerisce già il termine, sono quei bambini e adolescenti abituati a convivere con le nuove tecnologie sin dalla prima infanzia, spesso utilizzando questi mezzi per giocare, intrattenersi e comunicare.

 

Le possibilità che offrono questi nuovi mezzi di comunicazione di stare sempre connessi e di avere a disposizione tante informazioni utili, sono quelle di avere una vita quotidiana all’insegna dell’interazione continua e che ormai è diventata una normalità e non più una novità.

 

Sono già i genitori, infatti, che hanno dovuto mettersi al passo con i tempi e munirsi di smartphone e tablet, anche solo per il loro lavoro, utilizzandoli inevitabilmente anche nel tempo libero come una forma d’intrattenimento.

 

Sempre più spesso si vedono bambini, che ancora non hanno compiuto un anno, con in mano i telefonini o i tablet dei genitori, intenti ad ascoltare musica, vedere video di cartoni animati o a cercare di capirne la funzione.

 

Responsabilità dei genitori resta quindi quella di sorvegliare ciò che i figli fanno con questi dispositivi, per evitare qualunque utilizzo errato o fuori controllo.

 

Particolare attenzione va posta, oltre che sul tempo impiegato con questi dispositivi, sulla qualità di ciò che si guarda, non solo per i bambini più piccoli ma anche e soprattutto per i più grandicelli che, in un mondo difficile da controllare come internet, sono più soggetti a pericoli e contenuti inadeguati alla propria età.

 

Questo nuovo modo di affrontare la realtà, sempre connessi e circondati dalle nuove tecnologie, ha cambiato profondamente il modo di comunicare e di imparare dei nativi digitali. Il primo a definirli così fu lo studioso americano Marc Prensky nel 2001, il quale spiegò che a causa dell’arretratezza della scuola in materia tecnologica, erano aumentati i problemi educativi. Un netto passaggio tra il precedente modo di vivere e l’era dei nativi digitali si è visto in particolare negli anni ottanta, quando si è vista l’introduzione dei primi computer e delle prime console per giocare.

 

Il passaggio definitivo si è invece visto a partire dal 2000 quando ormai internet e i computer si sono diffusi in tutte le case, fino ad arrivare negli ultimi anni alla diffusione degli smartphone e dei tablet.

 

È proprio in casa che deve quindi iniziare l’educazione digitale dei ragazzi, mai lasciati soli con questi dispositivi e tenuti sotto controllo, anche con applicazioni dedicate e adatte ad ogni età.

 

L’insegnamento più importante resta quello di saper interagire con questi mezzi e non usarli in modo solo automatico, rendendoli quindi degli alleati della vita quotidiana e dello studio, usandoli come mezzo per ricerche, imparando così a essere veloci ed efficienti nell’apprendimento. Sarebbe quindi un errore ostacolare questi nuovi processi di apprendimento nei ragazzi, oltre che nei bambini, poiché ciò che più fa la differenza è il modo in cui viene loro insegnato ad approcciarsi con queste tecnologie.

 

Imparare presto a usare computer e internet è sicuramente un enorme vantaggio che permette a ognuno di restare aggiornato e al passo con i tempi, non solo per il tempo libero, ma anche nel lavoro e nell’insegnamento per i nostri figli. La paura però per molti genitori può essere quella di non saper capire quale sia il limite da imporre nell’utilizzo delle nuove tecnologie, soprattutto quando i bambini sono molto piccoli e hanno difficoltà nel gestire autonomamente il tempo da trascorrere con questi dispositivi.

 

La regola fondamentale resta quella di non usare cellulari e internet come sostituti di giochi con altri bambini o baby sitter, evitando così di sopprimere la loro socialità. È quindi opportuno dosare il tempo e la qualità, mai a discapito delle relazioni sociali che non devono mai essere sostituite dalla tecnologia, ma arricchite da essa se possibile, creando situazioni di gioco in gruppo o anche di apprendimento sempre divertendosi, sotto il controllo di adulti.

 

Una vera e propria educazione digitale che a partire dai genitori e dalla scuola, deve seguire i ragazzi nel loro percorso di crescita, accompagnandoli in questo nuovo mondo ricco di tecnologie sempre più avanzate, in tranquillità e sicurezza.

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