Dormire nel lettone con i genitori: i pro e i contro

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Non è insolito che i bambini decidano di raggiungere i propri genitori nel lettone, passando con loro almeno la metà della notte. Questo fenomeno è tecnicamente conosciuto come “co-sleeping” e, in Italia, interessa circa una famiglia su tre. Una situazione comune e poco preoccupante, che inevitabilmente tutti i genitori si trovano a dover affrontare durante l’infanzia dei propri figli.

E’ normale che i bambini cerchino la protezione e l’affetto dei genitori, soprattutto in un momento spaventoso come la notte. Il buio è ancora capace di provocargli ansia e preoccupazione, in particolare quando sono molto piccoli, e l’unica soluzione che trovano e raggiungere chi sanno essere più forte di loro. Il co-sleeping ha diversi aspetti positivi, vantaggi che aiutano il bambino a crescere in modo più sereno e tranquillo. Li analizzeremo insieme, cercando di indirizzarvi e di aiutarvi a capire effettivamente come gestire al meglio la situazione.

Valuteremo anche i contro, gli aspetti negativi che potreste incontrare. In questo modo avrete a disposizione un punto di vista oggettivo e saprete come reagire e quali precauzioni prendere. In generale, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Dormire insieme a propri genitori, soprattutto nel caso di bambini di età compresa tra i 0 e i 5 anni, è normalissimo e assolutamente tipico. 

I vantaggi del dormire con i genitori

Secondo la maggior parte delle statistiche, dormire nel lettone aiuta i bambini a crescere più calmi e sereni. L’ansia che potrebbero sentire da soli nella propria stanza si annulla completamente, lasciandoli liberi di godersi il sonno. Addirittura, si ritiene che la probabilità che da adulti i bambini risultino emotivamente equilibrati è decisamente più alta nei casi in cui è stato concesso loro di addormentarsi accanto a propri genitori.

Inoltre, molti studi hanno dimostrato che il co-sleeping permette di rafforzare il rapporto genitori figli e creare una connessione forte e duratura. La vicinanza gli permette di rilassarsi completamente, risvegliandosi molte meno volte durante la notte.

Non bisognerebbe mai impedire al proprio bambino di dormire nel lettone – con l’esclusione di casi particolari in cui sono stati superati i 12 anni d’età. Questo perché il rifiuto potrebbe creargli dei traumi che, anche se non si manifestano subito, potrebbero avere ripercussioni sulla sua vita futura.

Nel caso dei neonati, dormire insieme permette di facilitare la poppata, proprio perché si è direttamente vicini. L’ormone della felicità, l’ossitocina, che spesso si produce prima e dopo l’allattamento, aumenta considerevolmente quando si dorme accanto al proprio bambino.

Infine, il co-sleeping aiuta a ridurre al minimo il rischio di SIDS, ovvero la sindrome della morte improvvisa che in rarissimi casi interessa i bambini. Essendo molto vicini, i genitori riescono a controllare meglio il bambino e si accorgono subito di una possibile crisi respiratoria.

E’ scientificamente dimostrato che, dopo il parto, le donne hanno un sonno molto più leggero. Si accorgono subito dei rumori e si risvegliano ad ogni minimo segnale d’allarme.

Gli svantaggi del co-sleeping

Passiamo ora ad alcuni degli aspetti negativi, gli svantaggi tipici legati alla condivisione del letto. In realtà, il numero di svantaggi è decisamente inferiore rispetto a quello dei vantaggi e, se ci si assicura di imporre delle regole, sono tutti abbastanza sorvolabili.

Il primo rischio è quello di limitare l’indipendenza del bambino, che potrebbe essere portato a ricorre troppo all’aiuto dei genitori per affrontare qualsiasi cosa. Tuttavia, questo tipo di situazione si verifica soprattutto nei casi in cui ci si addormenta di partenza nel letto dei genitori, e non quando lo si raggiunge di notte.

Bisogna quindi analizzare la situazione e comportarsi di conseguenza, magari chiedendo aiuto ad una psicologa infantile nel caso il problema si aggravi. Inoltre, il co-sleeping potrebbe contribuire alla riduzione dell’intimità tra i membri della coppia. Il bambino avrà quasi la funzione di “separatore”, allontanando i due genitori durante la notte.

Tuttavia, anche per questo c’è una rapida soluzione, che può essere tranquillamente applicata. I due partner possono trovare la giusta intimità in un momento diverso, dedicandosi del tempo per se stessi ed evitando di penalizzare il bambino per questo.

Ragionando insieme e limitando le visite del piccolo a poche volte la settimana, tutto procederà per il verso giusto e potrete godervi la semplicità del dormire insieme.

Fin dall’inizio, genitori e figli sono stati destinati a riposare insieme, per sentire il contatto l’uno dell’altro ed aiutarsi a superare la paura del buio. Per questo non c’è nulla di preoccupante nel co-sleeping, la rassicurante presenza dei genitori durante il sonno e’ un elemento importante per la crescita serena dei figli, se questo e’ quello che si sceglie.

Senza preoccuparvi troppo godetevi i vostri figli nel periodo dell’infanzia, intervenendo se e solo quando necessario.

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