
Dermatite atopica: di cosa si tratta
La dermatite atopica rappresenta una malattia della pelle molto comune che colpisce soprattutto i bambini più piccoli. Nonostante non si tratti di una patologia contagiosa la dermatite atopica può essere piuttosto fastidiosa perché si presenta come una sorta di eritema e irritazione cutanea.
Oggigiorno essa colpisce almeno due bambini su dieci, i quali soffrono di questo disturbo a partire dai cinque mesi e possono essere contagiati non oltre i sette anni di età. Fortunatamente tale malattia tende a scomparire una volta raggiunta l’adolescenza ma alcune volte può durare fino all’età adulta.
Generalmente nei bambini molto piccoli si presenta come una desquamazione del cuoio capelluto di colore giallo-bruno e una serie di macchie umide di colore rosso sul viso e sugli arti. Nei bambini leggermente più grandi invece la dermatite atopica tende a presentarsi sui gomiti e sulle ginocchia mentre gli adulti e gli adolescenti presentano secchezza diffusa su mani e piedi.
Dermatite atopica nei bambini: quali sono le cause
La dermatite atopica non si manifesta sempre nelle stesso modo nei diversi soggetti ma può variare a seconda di diversi fattori. In alcune circostanze può manifestarsi in forme lievi mentre in altri in forme più gravi.
Nel primo caso è caratterizzata prevalentemente da pelle molto secca mentre nel secondo l’irritazione può essere accompagnata da un forte prurito e da lesioni ampie. Le cause principali che generano questa malattia non sono al giorno d’oggi molto chiare: probabilmente si tratta di una componente genetica (i figli di chi ha sofferto di dermatite atopica saranno più predisposti ad essere affetti dalla malattia) che può essere anche accompagnata da fattori ambientali come ad esempio l’inquinamento, delle temperature troppo fredde e secche.
Dermatite atopica nei bambini: cosa fare
La prima cosa da fare quando un bambino soffre di dermatite atopica consiste nel praticare quotidianamente una corretta igiene in maniera tale da dare sollievo dal prurito, eliminare le croste e gli eventuali microbi presenti.
Questa operazione però deve essere effettuata in modo molto delicato per non rischiare di creare lesioni ancora più gravi ed aggredire la pelle. Il contatto con l’acqua inoltre non deve essere troppo lungo ma durare un massimo di cinque minuti. L’acqua deve essere a temperatura ambiente e non bisogna utilizzare detergenti e saponi aggressivi o che contengono ingredienti dannosi.
Anche l’asciugatura deve essere estremamente delicata e deve essere fatta tamponando con un asciugamano morbido, dopodiché si può procedere con l’utilizzo di un prodotto emolliente. Bisogna ricordare inoltre che tale malattia non prevede oggi una cura specifica: questi trattamenti infatti servono solo ad alleviare fastidio e dolore nel bambino ma non fanno scomparire il problema.
In ogni caso è comunque consigliabile parlare con il proprio pediatra di fiducia per trovare la soluzione più adatta alle esigenze del bambino e cercare di attenuare la malattia.