
Il riflesso di Moro prende il nome da colui che per primo l’ha descritto, il medico pediatra austriaco Ernst Moro.
E’ uno dei riflessi neonatali che i bambini hanno alla nascita e consiste, tra l’altro nell’apertura delle braccia come reazione a movimenti o rumori improvvisi o bruschi.
I bambini appena nati, vengono subito catapultati in una realtà per loro del tutto nuova e vengono investiti da tanti stimoli sensoriali. Proprio per affrontare tutto ciò, il neonato sviluppa i primi riflessi neonatali.
Questi riflessi sono, ovviamente, delle reazioni involontarie che il bambino ha: sono, dunque, delle reazioni fisiologiche che tendono a scomparire entro il primo anno di vita del bimbo al massimo.
Tra questi riflessi, troviamo appunto il riflesso di Moro, chiamato anche riflesso di caduta. Il bambino, quando sente un rumore improvviso oppure viene messo nella posizione seduta in maniera improvvisa o un po’ brusca, reagisce aprendo le braccia in avanti, allarga mani e dita e dopo qualche secondo chiude i pugni. Il bambino poi, sospende il respiro per qualche momento e infine, di solito, urla o piange. Il riflesso di Moro può avvenire anche in situazioni diverse, ma che il neonato percepisce comunque come improvvise o pericolose. Così reagendo, il piccolo cerca di chiamare a sé la mamma.
Il riflesso di Moro, in realtà, è già presente quando il bambino è nel grembo della madre, dalla 28° settimana fino a completarsi nella 34° settimana, e tende a scomparire intorno al quarto-sesto mese di vita. In alcuni bambini, il riflesso potrebbe perdurare anche di più, l’importante è che sparisca intorno all’anno d’età. In seguito, il bambino reagirà a queste situazioni tendendo il viso verso il luogo di provenienza del rumore o, al limite, con un comune sobbalzo.
Se qualche neonato non manifesta il riflesso di Moro, è segno che qualcosa non va come dovrebbe.
Difatti, i bambini con la sindrome di Down o quelli affetti da alcune patologie al cervello o al midollo spinale non hanno questo riflesso. La causa potrebbe essere anche una rottura dell’osso della spalla o una lesione dei nervi tra spalla e collo.
Essendo, come abbiamo già detto, una reazione naturale, un istinto del neonato, il riflesso di Moro non necessita di alcun intervento. In alcuni casi, però, se si manifesta spesso durante il sonno, si può usare una fasciatura coperta, ovviamente non in maniera eccessiva, in modo che almeno la notte il bambino possa riposare tranquillo.
Se dopo l’anno questo riflesso continua a persistere è bene non sottovalutare la situazione, ma anzi tenerla sotto controllo perché potrebbe esserci qualche sofferenza neurologica nel bambino. Il neonato potrebbe anche avere dei ritardi nella coordinazione motoria e sensoriale oppure nel linguaggio o nel camminare.
Tra le cause principali che comportano il persistere del riflesso di Moro vi sono in particolar modo, problemi avuti durante la gravidanza, come, ad esempio, le minacce di aborto, il diabete gestazionale ma anche lo stress.
Se doveste accorgervi che il bambino manifesta ancora questi sintomi, la prima cosa da fare è contattare il pediatra che verificherà se effettivamente il riflesso di Moro è ancora presente.