Bambini: differenze caratteriali tra maschi e femmine

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Come tutti sanno maschi e femmine hanno non solo differenze fisiche ma anche differenze comportamentali.

Scopriamole insieme. 
Le bambine sono tendenzialmente più coccolone, più dolci. Fin da piccole hanno la famosa sindrome dell’infermiera, sempre pronte ad aiutare a curare. Si innamorano degli animali, dei bimbi piccoli e hanno una luce magica negli occhi non appena si pone fronte loro la novità.

I maschietti sono portatori sani di energia. L’abbraccio per loro e una mossa alla WWE, stritolamento complulsivo al seguito, sono cacciatori e pronti a difendere il territorio, il loro essere e il proprio gruppo da ogni avversità.

Ma da cosa nasce questa disparità?
Sicuramente parte del divario è dovuto ad un fattore genetico. Vuoi per gli ormoni che iniziano a circolare, vuoi per un passato che ci tramandiamo da secoli attraverso il DNA le differenze comportamentali sono sicuramente già scritte. Non possiamo escludere però l’incidenza del comportamento di noi adulti nei loro confronti.

Studi alla mano dichiarano quanto il nostro atteggiamento influenzi il loro essere. Le femmine sono tendenzialmente più coccolate rispetto ad un maschietto questo soprattutto da parte del padre che vede la femmina come un fagottino da proteggere, indifeso e vulnerabile mentre il comportamento che si evince nei confronti dei maschi è portato ad essere più combattivo.

 

La lotta come momento di gioco, la competizione sia essa nello sport che nella vita. In ogni caso si tende a vedere il maschio come un essere predisposto all’apprendimento della salvaguardia di sé e di chi gli sta attorno. Un soldatino pronto a sguainare la spada a difesa del castello e della sua principessa.

 

Le femmine riescono a star bene sia da sole che in gruppo. Tendono ad esser propense per la mediazione, per il quieto vivere, sedare le discussione per far sì che tutti vadano d’accordo e non ci siano differenze.

 

Nei maschietti il sovrastare l’altro, e questo non sempre col significato negativo che gli si può di primo acchito atttibuire, prevale sopra tutto.

Nelle femmine l’udito, l’ascolto e la parola hanno una formazione prematura già a livello fisico cosa che nei maschi non avviene. Spesso i maschi bebè hanno poco udito ma viceversa sviluppano in modo più energico l’istinto tattile ed è proprio da li che si denotano le conformazioni caratteriali differenti.

La femmina ascolta, valuta, percepisce e spesso evita. E questo non sempre è buona cosa perché la sfida delle proprie paure, l’affrontare una novità (es. Il salto nell’acqua alta in piscina) diventa fonte di stress e non sempre facile il convincimento da parte dei genitori nell’affrontare situazioni tipo.

Nei maschietti il correre, il saltare, l’abbattimento di tutto ciò che gli si pone davanti come ostacolo è una sfida da accettare e da vincere. Il senso del pericolo è sicuramente dormiente negli ometti. Non a caso la maggior parte degli infortuni, cerotti, garze e bende vengono utilizzate per loro!

Analizzate queste prime sfacettature dobbiamo soffermarci inevitabilmente su ciò che può accadere durante la crescita.

Le femmine, dapprima sempre carine, in cerca di coccole, pronte al contatto umano e ad una comunicazione anche elaborata a prescindere dall’età, durante le varie fasi di maturazione iniziano ad avere profondi problemi con l’autostima. Se all’inizio il punto focale dell’attenzione era sempre rivolto ad altri, nel momento in cui iniziano a prendere consapevolezza di sé viene meno un mattone fondamentale dell’Io. L’autostima. 

 

Perché entrano in crisi? Per il semplice motivo che pur di vedere gli altri felici si son sempre messe da parte anteponendo i bisogni degli altri ai propri e non appena si rendono conto di avere delle necessità quel famoso mattoncino mancante mette in crisi tutta l’intera struttura.

 

Nei maschietti invece è l’egoismo a prevaricare. Difficilmente sottraggono i loro bisogni per la felicita di qualcuno. È più facile che si scornino come capre di montagna pur di ottenere ciò che vogliono. In più spesso e volentieri la loro autostima è fin troppo fuori dalle righe tanto da creare in loro un senso di onnipotenza e di superiorità.

 

È fortemente palese che le maggiori differenze che si evincono sono comunque create dall’ambiente circostante.

Pensate già al pianto. Una bambina viene tendenzialmente consolata e coccolata, il maschietto viene messo di fronte a questo evento come ad un segno di debolezza.

Sicuramente il carattere di ogni individuo è forgiato da un mix dato dalla sua identità di genere unito al dna ma tuttavia non si può far a meno di pensare che forse, buona parte dell’influenza è data dai genitori stessi e dal mondo che li circonda.

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